venerdì 26 gennaio 2007

Cultura Vs Darwinismo



La conoscenza e la cultura altro non sono che i due strumenti che l'uomo utilizza per sentirsi al di sopra degli altri animali; per illudersi di non essere sottomesso alle leggi naturali che governano gli istinti. Ma se fa bene attenzione, può rendersi conto che in primavera va in calore come succede anche ai cani e che marca il territorio, se non con l'urina, con tracce più sottili (ma ugualmente forti) della sua presenza.

L'ideologia della cultura, ben impressa all'interno degli schemi razionali ed intellettuali degli individui, indica come proprio compagno e compagna di talamo una persona che colmi i suoi bisogni che sono, prima di tutto, bisogni emotivi e intellettuali. E' questo quello che ci ha ha insegnato la strada della conoscenza percorsa in tanti anni: l'uomo può elevarsi, porsi a vivere un vita più densa nel momento in cui cura la sua mente, il suo spirito, non concentrandosi unicamente sul lato istintivo del suo essere, ma trattandolo come semplice componente tra gli altri.

Questi valori (sottoscritti dai membri del ceto intellettualmente medio-alto) vengono totalmente distrutti dagli impulsi istintivi che - senza troppa fatica - hanno la meglio su queste costruzioni sillogistiche. Perchè in un conflitto tra bisogni razionali e bisogni istintivi saranno i secondi a prevalere. Questo perchè l'istinto è un fattore aprioristico ed esiste con l'esistenza stessa dell'uomo, la razionalità (che in questa sede identifichiamo con l'ideologia della cultura) invece si è costruita, è il frutto dell'elaborazione della conoscenza inserita nella memoria.
Certo, empiricamente la teoria non è così netta, ma viene pragmatizzata dalla mediazioni tra questi due estremi. Insomma, l'attrazione diventa il frutto di una sintesi di bisogni istintivi e bisogni razionali; ma, proprio per la forza di gran lunga superiore dell'istinto, questi prevarrano rispetto ai secondi.

Così una donna orienta la sua attenzione verso il maschio più prestante o rassicurante, che ridesta in lei l'idea della maternità (questa idea, ovviamente, non verte necessariamente su un ambito fisico, ma può cadere anche su fattori sociali, come quello economico). Mentre l'uomo si orienta verso la femmina più attrante, che incarna quella che è la sua idea di potere.

La questione, però, non ha una natura prettamente fisica, non a caso ho fatto riferimento ad idea di maternità e ad idea di potere. Queste due idee (che sono anche l'aspetto di due bisogni) sono insite nell'essere umano, ma vengono definite (specificizzate) dal modo in cui l'uomo ha elaborato se stesso nel corso degli anni; ovvero, dalla personalità individuale. Le esperienze (empiriche e culturali) definisco questa idea, di modo che abbia una rappresentazione diversa da persona a persona.
In breve, ognuno definisce la propria idea di potere e di maternità a modo proprio, ma tutti si orientano verso di esse.

L'ideologia della cultura, allora, diventa un elemento attraverso il quale l'istinto muove l'uomo. E, per quanto le proprie scelte attuate su di un piano ipotetico saranno indirizzate verso una tipologia di individui, nel piano concreto invece differiranno e saranno indirizzate verso altri, che rispecchiano di gran lunga i biosgni istintivi.

Non a caso è possibile riscontrare l'esistenza di due forme di attrazione: razionale e istintiva. Solitamente gli individui sono più propensi a seguire quella istintiva (apparentemente immotiva o razionalmente immotiva); l'assecondare quella razionale si fa largo solo verso l'età matura, con l'incedere degli anni, quando si fa largo l'idea della precarietà fisica.

Insomma, gli uomini non sono poi tanto diversi dalle bestie. Hanno la cultura è vero, ma questa è solo una variabile che, inserita nel contesto istintivo, ne fa differire i comportamenti, pur lasciando intatta la struttura di base comune all'intero regno animale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pensiero nato in un momento di sclero tra me e lui a fine gennaio.

Ribadisco: maledetto darwinismo...


Ifona

Anonimo ha detto...

Ciao,
bello trovarti qui. Ciao Umberto.