venerdì 5 gennaio 2007

Una piccola fuga



Qualche volta, quando di notte guido in autostrada, mi capita di chiudere gli occhi. Lo faccio per non più di un paio di secondi, quando la strada è dritta e non c'è nessun'altra auto davanti a me. C'è una strana serenità in quei momenti. La strada deserta, la notte che da lì a pochissime ore sarà tornata giorno, la cassetta che suona musica graffiata dalle casse che hanno vissuto giorni migliori.

In quegli attimi, quando tengo le palpebre abbassate, c'è uno strano senso di abbandono: non c'è amore, nè paura, nè preoccupazioni, non c'è domani e neppure un frammento di passato, esiste sono quel presente. Un presente in cui io chiudo gli occhi, ho le mani sul volante che vibra, il muscolo della gamba destra contratto per bilanciare l'acceleratore e quello della sinistra rilassato, col piede abbandonato sulla frizione. Niente più.
In quel brevissimo lasso di tempo sono pienamente consapevole di me stesso, so ciò che sono, cosa sto facendo e ho la mente completamente sgombra di pensieri, così che posso dedicarmi ad enspirare l'aria, ad inspirarla, ad enspirare ed inspirare un'altra volta, lentamente. Per poi riaprire gli occhi e lasciarmi avvolgere di nuovo dal resto del mondo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

nuovo blog, eh? buon anno puzzone!

Anonimo ha detto...

per cortesia nn farlo più mi preoccupo carmen

Anonimo ha detto...

L'ho pensata anche io questa cosa...

Anche io lo faccio spesso... il ritorno al mio stato primordiale... però non sto mai al volante...

Ifona