lunedì 8 gennaio 2007

Non è successo niente






Ti ricordi quando ha nevicato a marzo?
Noi due abbracciati dietro al vetro,
la meraviglia davanti e quasi niente dietro.
E l'assente ticchettìo degli orologi al quarzo...


Mi imbattei in questo libro quasi per caso, senza volerlo. Avevo sedici anni, mi piaceva da morire l'horror e Tiziano Sclavi per me altro non era che "quello" di Dylan Dog. Avevo già comprato due suoi libri, Della Morte Dell'Amore (destinato a lasciarmi un segno indelebile) e Sogni di sangue, tre racconti gialli molto inquietanti. Così quando comprai Non è successo niente mi aspettavo di trovare qualcosa del genere. Mi sbagliavo alla grande.
Come ho detto, allora ero fissato per l'horror e per tutte le sue derivazioni più estreme: splatter, splatterpunk, cannibalismo, contosionismo etc. e, di conseguenza, scrivevo racconti di questo genere. Addirittura il mio sogno di gloria era quello di scrivere un romanzo horror così bello da farmi definire dalla critica lo Stephen King italiano; per essere precisi, la mia perversione più nascosta era essere soprannominato Stefano Re (ma a riguardo stendiamo un velo pietoso).
Quando aprii il libro ero in camera mia, pioveva e mia madre guardava a tutto volume Passaparola. Le prime pagine raccontavano il seguito di Della Morte Dell'Amore, il che mi rese felice come non mai. Poi però il capitolo finì e mi resi conto che il vero protagonista del libro non era Francesco Della Morte, ma un certo Cohan, che stava leggendo il manoscritto che un suo amico (tale Tiz) gli aveva dato prima di mandare alle stampe. Da qui mi si pararono davanti dei personaggi che non avrei ma più dimenticato.
Cohan, uno scrittore depresso che non riesce a trovare l'ispirazione per il suo libro. Lucy, una ragazza anoressica, che non sa arrabbiarsi. Tommaso, che è uno sceneggiatore di fumetti alcolizzato. Mauro, un tizio con un aspetto grosso e cattivo, ma buono come il pane e che fa il correttore di bozze e l'umorista. Vita, incasinatissima e con tre uomini di cui non sa scegliere quello definitivo.
Le vite di questi personaggi erano drammatiche e comiche allo stesso tempo. Cohan si incazzava col postino e a Tommaso veniva quasi da piangere perchè non avrebbe rivisto una ragazza incontrata di sfuggita, e poi c'era una domestica impicciona, una gatta di nome Ugo, citazioni di Alf l'alieno, della pubblicità dei rocher, confessioni di comunisti che avevano combattuto il '68 e che si ritrovavano ricchi come i nemici borghesi, ma senza il coraggio di far sfruttare a pieno la loro ricchezza, ma lasciandola in banca, pronta per qualsiasi uso (siamo dei poveri ricchi con la data di scadenza come simmethal o, peggio ancora, come la mozzarella).
Questo romanzo fu un illuminazione. Mi insegnò che c'erano altri mondi da raccontare (e altri modi per raccontarli); mondi in apparenza banali, ma in fondo complessi, multistratificati. Era come se ogni pagina urlasse: la vita è fatta di lacrime di dolore e di gioia, che spesso si alternano ad una velocità tale da sembrare irreale.
Lessi le prime 350 pagine in due giorni, ridendo, commuovendomi, arrabbiandomi e riconoscendomi. Fino a quel momento non avevo mai letto un libro in grado di provocarmi tante sensazioni diverse insieme. Per le ultime 50 pagine, invece, impiegai una settimana. Mi ero affezionato così tanto a quei personaggi che non volevo lasciarli. Per questo, ancora oggi, ogni tanto mi capita di sfogliare questo libro, di prendere un pezzo a caso, per far visita a questo gruppo di nevrotici, così assurdi da sembrare reali.
Quando lessi anche l'ultima pagina piansi. Proprio in quel momento entrò in camera mia madre. "Che è, hai l'allergia" mi domandò. Le dissi di no ed indicai il libro. Sorrise: "Perchè, è commuovente? Come va a finire?"
Mi limitai ad alzare le spalle, per dire con un tono forse troppo grave: "Alla fine se ne vanno via".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo ogni parola. Romanzo meraviglioso.

a.

ps: conosco bene anche il percorso "voglio diventare il nuovo king". A 15 anni, con un amico con le stesse aspirazioni, arrivammo a scrivere un racconto in coppia, come King & Straub (ovviamente nessuno di noi due voleva essere Straub ^__^)