mercoledì 7 febbraio 2007

Alla manifestazione a Napoli contro il G8



Alla manifestazione a Napoli contro il G8
io sentivo questa specie di emozione,
sentivo questa consapevolezza di essere parte della storia
ed ero felice.
Cantavamo, urlavamo e bestemmiavamo contro
l'America, Berlusconi e i fasciti.
C'era una particolare unione molto forte e una rabbia
ancora più forte; i carabinieri ci guardavano
e noi guardavamo loro
e li insultavamo.
Faceva caldo, ma si stava bene;
una biondina canticchiò Hey Jude dei Beatles
e quando si accorse che quella canzone
non stava suonando solo nella sua testa
arrossì, e si guardò attorno tutta imbarazzata.

Ma c'era qualcosa nell'aria che la rendeva secca
e ci faceva sudare più del dovuto;
non erano le nostre urla, non erano le canzoni,
era qualcosa di diverso,
una specie di presentimento fisico
che quasi voleva avvertirci che di lì a poco
il fiato ci sarebbe mancato del tutto.

Quando la polizia caricò, scappai per la prima volta
da qualcuno che voleva ferirmi;
non avevo mai corso così in vita mia,
non era la velocità ma la paura che muoveva
le mie gambe con un istinto atavico
che mi sorprese, perchè non immaginavo di possederlo.
Non mi voltai indietro, guardai solo davanti
e non mi fermai se non qualche secondo dopo
aver pensato di collassare.

Alla manifestazione a Napoli contro il G8
pensai che in fondo non le conoscevo bene
le ragioni di quel casino, ma ero certo
che fossero giuste.
Aspettai che il cuore diminuisse i suoi battiti
e l'angoscia svanisse.
Telefonai ai compagni e facemmo appuntamento
ad un altra piazza.
Mentre la raggiungevo mi fermai in una libreria
e presi un libro sulla globalizzazione.
Pochi metri prima della piazza, buttai la busta;
l'avevo comprato proprio alla Mondadori.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Social Forum...

Io me ne fuggii prima di entrare in piazza... e bene feci...

Ifona